Zapping! #3 – ZAPPA OF SPADES

fango

di MARCEL DU CAMP

Nella scorsa puntata avevo preannunciato che avrei parlato del misterioso fenomeno delle sfioppole sulle mani se vangate e/o zappate senza indossare i guanti. Bene, se mettete i guanti scongiurate il pericolo delle sfioppole.
Passiamo ad altro.

Il clima demenziale delle ultime settimane (un giorno c’è il sole e fa caldino, il giorno dopo piove fortissimo e fa fredde e il Secchia minaccia di esondare, e via discorrendo) mi impedisce di dedicarmi ad un’attività fondamentale: la zappettatura per togliere le erbacce. 
Potrei farlo lo stesso, ma la terra che abbiamo noi qua quando è bagnata è un monoblocco argilloso che spacca i maroni. E poi non ho voglia di stare mezz’ora a pulire le scarpe dal fango. Mia madre mi ha comprato delle crocs da giardinaggio, ma la mia dignità e il mio senso estetico mi impediscono di abbassarmi ad indossare delle calzature così orrende e profondamente sbagliate.
Certo, sarebbero ben pochi quelli che potrebbero vedermi con tali oscenità ai piedi, ma il senso di vergogna persiste ed è sufficiente per farmi desistere (Io invece scommetto che se ti do 10 euri le indossi anche per andare a ballare al Mac2 N.d.VOM).

Un po’ come quando entri in un negozio di dischi (uno dei pochi rimasti) e ti viene una voglia matta di comprare quel best of di Lionel Ritchie in offerta, ma te ne vergogni e decidi di rinunziare. Soprattutto quando ti viene in mente che “Easy“ non è di Lionel Ritchie ma dei Commodores (che poi è il gruppo in cui stava Leonello bello prima di darsi alla solitudine), e allora capisci che non ne vale la pena. Quindi compri un disco dei Brutal Truth e ti metti in pace con te stesso.
Quindi in queste giornate di tempo incerto meglio dedicare il tempo ad altro.
Tipo la musica, visto che sono ospite di Vomitory che è una roba che tratta di, appunto, musica. Mi sembra sensato.
Una regola che mi sono imposto è quella di non ascoltare cose tipo i Flying Burrito Bros che sennò mi viene la tentazione pazzesca di andare a rubare un trattore. Non potendo dedicarsi alla campagna, meglio non pensarci, alla campagna.

E allora meglio la violenza bieca. Ma non quella da gruppo megametal estremo. No, quella stronza coi nervi a fior di pelle. Quella che ti viene voglia di uscire di casa e picchiare le vecchie. Quella che ti istiga a pisciare sulla maniglia lato guidatore di una Mercedes da 60.000 euro erotti. Quella che ti fa venir voglia di dire al collega senegalese “Oh, senti questa nuova barzelletta sui negri”. Quella lì.

La scelta non può che cadere su un disco qualsiasi degli Unsane. È 20 anni che fanno praticamente lo stesso disco. Ma son sempre incazzati come delle bisce. E il bello è che te la trasmettono eccome l’incazzatura. Al punto che ti incazzi anche te. Anche se c’è il sole. Anche se dalla finestra vedi delle tizie che lottano nel fango. Tu t’incazzi.
E allora io che faccio? Mi faccio le pere di Unsane e accumulo lo scazzo. Così quando potrò andare a zappettare l’orto per spaccare il culo alle erbacce potrò rilasciare tutto ed essere più efficace nella mia azione.
Erbacce, you’re warned.

 

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