Scoperti per caso, rischiando di cestinarli. Attacca “Hallway Motel” e le adenoidi del cantante mi richiamano alla mente l’abominevole Brian Minkio dei Placebo. Attimi di terrore.
Per fortuna sono un tipo paziente – che balla (n.d. me medesimo) – e arrivo piacevolmente alla fine dell’opera. Un ascolto tira l’altro e questo e.p. finisce per diventare ospite fisso nel mio autoradio.
L’ombra dei Placebo è presto svanita, lasciando il posto alla romanzesca decadenza di Chameleons e The Sound. Scopro quindi che vengono dall’Indiana e che questa è la loro seconda opera, dopo un restauro di line-up.
Se si ha voglia di quel punk blasé da malinconia cronica non svenevole, i Kam Kama sono l’ascolto ideale.
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