Banque Allemande – Willst du Chinese sein musst du die ekligen Sachen essen LP (S-S)

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E’ il piacere che si prova a grattarsi grattarsi grattarsi incuranti del sangue. Fuori dall’usuale il nuovo album dei Banque Allemande, ancora frastornati da feedback e feticismo per quelle stereotipie autistiche che le riviste un tempo definivano loop proprio scrivendo dei Loop. Rendere radio-eufonici accordi cocciuti ed equalizzatori in allarme rosso è cosa in cui i cari teutonici sono sempre più maestri. Se nel primo “EINS, ZWEI” il livello di fastidio sonoro era servito con un’adorabile noncuranza, come un grosso vaffanculo che usciva dalle casse, ora i cari ragazzi rimodellano quel rumore rendendolo potabile anche per orecchie meno avvezze alla tortura.

A differenza di band la cui prolissità è sintomo d’incapacità di autocontrollo, i B.A. stupiscono proprio sulla lunga durata dei brani che arrivano a toccare anche i 9 minuti. Indurre uno stato di trance estatica non è esclusivo appannaggio della nuova onda afro-krauta, hip hip hurrà. Dal primo all’ultimo solco si prova gioia a collocare le suggestioni nel cassetto della memoria: la cadenza ossessiva che riporta necessariamente ai Velvet U. e quindi ai Viva L’American Death Ray Music, la libertà proto-AmRep  di “Down On The Farm” dei Cosmic Psychos, un utilizzo della vocalità che non si adagia sul blando parlato, sospesa tra l’evocativo dei Krysmopompas ed il ruffiano affabulare di Lurìd.

Una delle più stupefacenti esperienze di questi anni critici. Berlin.

 

S-S Recordshttp://207.228.243.82/ss/index2.html

Banque Allemandehttp://dbzwovier.de/

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