Cantos Cautivos, la musica al tempo di Pinochet

08-01CANTOS CAUTIVOS

Il risvegliato interesse per un’arte mai sopita – solo negli ultimi anni riscoperta dall’industria culturale come potenzialmente redditizia – si arricchisce di un tassello storicamente significativo. Katia Chornik, dottoressa cilena e ricercatrice presso l’università di Manchester, ha portato a termine i suoi studi sulla “colonna sonora” alle torture sotto la dittatura di Pinochet.

La raccolta online è in fieri, aperta ai contributi degli ex prigionieri o parenti dei desaparecidos cileni desiderosi di partecipare a questa ricostruzione della memoria. Il titolo del progetto è “Cantos Cautivos” e raccoglie canzoni composte dai detenuti – spesso unica via per alleviare la tensione durante la prigionia – , canti tradizionali e testimonianze audio. Si segnala inoltre la presenza delle musiche utilizzate nelle più di 1000 stanze della tortura e centri di detenzione in cui migliaia di internati, politici e non, hanno subito violenze indicibili, che, doveroso ricordarlo, derivavano in buona parte da pratiche imparate dalla C.I.A.

Vi lascio con l’accorato appello della dottoressa Chornik: “Sono passati più di 40 anni dall’inizio della dittatura, quindi la necessità di raccogliere il materiale è quantomai una corsa contro il tempo. Agli eventuali testimoni, ormai sparsi in giro per il mondo, chiedo di condividere le proprie esperienze. Cantos Cautivos è l’unico archivio di questo tipo in tutta l’America Latina e sono certa che sia destinato a crescere rapidamente.

http://www.cantoscautivos.cl/canciones-cautivas/

About VOM